0 0
Read Time:2 Minute, 39 Second
di Sebastiano Messina 5a s.i.a.

Giunti agli anni duemila lo sviluppo tecnologico ha accelerato notevolmente anche in ambito lavorativo, inteso come manodopera e salario. Fondamentale l’introduzione del World Wide Web, un sistema che mette in rete tutte le esperienze e le informazioni a portata di click. Ma questo sviluppo in ambito tecnologico è veramente cosi vantaggioso applicato nel mondo del lavoro?

I primi passi dell’intelligenza artificiale

Nel corso della rivoluzione industriale, con l’introduzione di macchine che rendevano più efficienti le linee produttive, è notevolmente cresciuta la domanda di personale con bassa specializzazione che svolgeva mansioni complementari con quelle delle macchine. Negli anni duemila invece, grazie all’introduzione dell’intelligenza artificiale permise, in molti casi, la completa sostituzione dell’uomo con la macchina.  Questa sostituzione è stata possibile non solo nelle mansioni quotidiane, ma anche per quelle con una bassa componente cognitiva.

Innalzamento delle competenze

Questo fenomeno ha provocato un innalzamento del livello minimo di competenze richiesto spostando molti lavoratori con media professionalità verso mansioni che ne richiedono ancora meno ed incrementando ulteriormente la disparità di reddito che si era delineata con l’industrializzazione. Se da un lato bisogna constatare gli effetti positivi in termini economici che la tecnologia ha portato, dall’altro bisogna notare le conseguenze avute sul mercato del lavoro.

La parola degli economisti

Secondo le previsioni di Carl Benedikt Frey & Michael Osborne, due importanti ricercatori in campo economico, lo sviluppo tecnologico, sempre più rapido, metterà, nel corso del prossimo decennio, ad elevato rischio sostituzione il 47% della forza lavoro statunitense. Oltre a questi aspetti bisogna però analizzare anche un approccio diverso al lavoro, che già esisteva, ma che si è sviluppato notevolmente grazie all’avvento della tecnologia: il lavoro autonomo. Fare impresa, oggi, richiede una quantità di capitale iniziale molto ridotto rispetto al passato, se non si hanno fondi si possono sfruttare le piattaforme di crowdfounding, se il mercato fuori di casa non è sufficientemente redditizio si può vendere dall’altra parte del mondo tramite l’utilizzo della rete.

I rischi

Questi sono solo alcuni degli esempi dei fattori positivi che lo sviluppo tecnologico ha portato e che hanno permesso al lavoro autonomo di svilupparsi notevolmente sia nelle nazioni più sviluppate sia in quelle meno. Il grande rischio è che molti lavoratori che non colgono il cambiamento rischiano di essere lasciati indietro nel tempo. Diviene così fondamentale modificare in modo profondo le regole del mercato del lavoro. Il motivo è il cosiddetto “cuneo fiscale”, ovvero la differenza tra il costo del lavoro per il datore e la retribuzione netta percepita dal dipendente, differenza che viene destinata al pagamento di contributi previdenziali e imposte e tasse legate al lavoro. La riduzione di tale differenza, che in alcuni Paesi come Belgio, Francia ed Ungheria è quasi del 50%, può essere un modo efficace per aumentare le retribuzioni nette o aumentare l’occupazione per via della diminuzione del costo del lavoro.

Le mie considerazioni

Si considera quindi fondamentale che i governi capiscano l’importanza e la portata del fenomeno di evoluzione. L’obiettivo che gli organi sovrani si devono porre è quello di stabilire nuove regole prevedendo piani a lungo termine.

Happy
Happy
0 %
Sad
Sad
0 %
Excited
Excited
0 %
Sleepy
Sleepy
0 %
Angry
Angry
0 %
Surprise
Surprise
0 %