di Salvatore Viscò 5A S.I.A.
Con la nascita e lo sviluppo di internet e dei social network tutti pensiamo di non avere nessun rischio, ma questo aspetto non va sottovalutato. Anzi si deve tenere sempre un occhio di riguardo per non far sottostimare il potenziale pericolo. Secondo Cybersecurity3690, una testata del gruppo Digital360 per la cybersecurity, in considerazione della sempre più precoce età di utilizzo dei social è necessario non sottovalutare i potenziali rischi.
L’impatto delle pubblicazioni
Ciò che si scrive e le immagini che si pubblicano sui social network hanno quasi sempre un impatto a breve ed a lungo termine sulla vita reale. Tutto ciò che si scrive e posta, poi, contribuisce a rivelare a terzi chi siamo, cosa facciamo, le nostre abitudini, le nostre condizioni di salute, il nostro tenore di vita, i nostri interessi, le nostre opinioni politiche, religiose, il nostro orientamento sessuale.
La nascita del cyberbullismo
Una delle problematiche che hanno maggiormente inciso, soprattutto nel mondo giovanile, è sicuramente il cyberbullismo, che altro non è se non la forma di violenza più evoluta sul web. Stando alle statistiche di Digital 2019, gli utenti attivi in Italia su ciascuna piattaforma risultano essere ben 31 milioni soltanto su Facebook. Per quanto riguarda i minori da un’indagine svolta da “Save The Children” è emerso che è sempre più precoce l’età in cui si accede ad Internet.
Già i bambini a rischio
La percentuale di bambini dai 6 ai 10 anni che si connette ad Internet è del 54%, indicatore che arriva al 94% nella fascia di età tra i 15 ed i 17 anni. I rischi più frequenti, citati sempre da Cybersecurity3690, sono furto di identità, diffusione illecita di immagini, pedopornografia, sextortion, sexting e grooming e proprio il cyberbullismo. Della dipendenza da internet ne soffrono molti ragazzi soprattutto nell’età adolescenziale, secondo uno studio condotto dalle università di Francoforte Heidelberg.