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Di Dario Cammisa 5A S.I.A.

L’attivismo online o digitale è un fenomeno sorto nell’ultimo decennio, o poco più, con il crescere dell’uso di internet. Una sorta di “scudo” alle forme aggressive o deviate che la rete può creare. Come sostiene la pagina un articolo del team di “Internet Matters” infatti è l’uso della tecnologia, come social media, e-mail o siti web come forma di attivismo. Questo infatti consente agli utenti di diffondere consapevolezza e informazioni sui cambiamenti politici e sociali. Inoltre può essere utilizzato per l’appunto per mandare messaggi forti, come è stato fatto tramite l’hashtag #BlackLivesMatter che simboleggia online un movimento attivista sviluppatosi oramai a livello internazionale che si è originato all’interno della comunità afroamericana e che da sempre è impegnato nella lotta contro il razzismo, sia a livello sociale sia a livello politico, nei confronti di persone di colore. Facilmente diffuso grazie all’uso delle tecnologie informatiche e di comunicazione degli ultimi anni.

La didattica a distanza e la dipendenza dai social network

Lo sviluppo della rete ha anche permesso oggi di farne uno strumento utile pure in condizioni di emergenza sanitaria, per cui è stato impossibile il contatto umano. Da questo presupposto è nata la Dad (didattica a distanza) che indica un percorso educativo mediato dal computer, da internet e dalle app connesse. È stato un elemento caratterizzante degli ultimi due anni di scuola degli studenti di tutta Italia ed ha essenzialmente rivoluzionato il modo di fare lezione, portandoci aspetti positivi. Ad esempio la comodità di poter seguire da casa, come rilevato anche dal team “Armonia Mentis” di Angelini Pharma. Ci sono anche molti e vari aspetti negativi tra cui stress, nervosismo, irritabilità e depressione che si sono facilmente diffusi tra gli adulti e conseguentemente anche nei giovani. I social network rischiano infatti di diventare sempre di più un modo per evadere e disconnettersi dalle proprie emozioni, andando a ricercare gratificazioni istantanee e temporanee, le stesse che potremmo paragonare alla soddisfazione dovuta dall’uso di droghe leggere o gioco d’azzardo e che di conseguenza creano un senso di dipendenza da essi.

Il cyberbullismo e l’incitamento all’odio

Come detto prima e sostenuto da Allianz Assistance il cyberbullismo è sicuramente poi un’altra distorsione del sistema. Parliamo di uno dei fenomeni di odio più in crescita nell’ultimo periodo, è nato insieme ai social media e continua ad ampliarsi e diffondersi intorno a noi. Esso è il risultato dell’unione tra il bullismo che tutti noi conosciamo ed i social media. Principalmente deriva da un utilizzo scorretto dei social media unito ad un senso di odio nei confronti di qualcun altro. Questo uso, fondato da stereotipi, pregiudizi e diversità, da origine al problema dell’incitamento dall’odio che colpisce spesso tutti quei soggetti più deboli che non sono in grado di difendersi online e che dunque si lasciano sopraffare da altri singoli o gruppi di soggetti.

Influencer e Haters

Altri sviluppi della rete hanno portato alla crescita di vari altri fenomeni, come gli influencer o gli hater. I primi, come si evince anche da un articolo di “diritto dell’informazione”, sono soggetti che posseggono un grado di conoscenza elevato relativamente ad alcuni prodotti, che comunque li utilizzano abitualmente o che hanno un grande seguito sui social media, tanto che le loro opinioni arrivano a influenzare quelle di altri utenti, spesso orientandone le scelte. Al contrario, gli haters sono quei soggetti che puntano a denigrare le scelte o semplicemente il modo di essere degli altri sui social, essenzialmente deridono e insultano, nascondendosi dietro allo schermo del computer per fomentare l’odio. Principalmente essi attaccano gli influencer cercando di trovare motivi per insultarli e credersi forti sulle loro debolezze. Bisogna stare attenti ovviamente anche se non si è influencer, infatti gli haters potrebbero anche concentrarsi su vittime singole e creare problemi sempre più gravi di vero e proprio cyberbullismo.

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