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Di Sebastiano Messina 5A SIA

Ad oggi i web influencer hanno una grande influenza sul mondo dell’internet, in particolare nei social. Questo comporta che un qualsiasi utente è condizionato dalle scelte che lo stesso influencer fa e sponsorizza. Queste sponsorizzazioni generano un guadagno che dipendono dal numero dei suoi seguaci. Gli influencer più grandi riescono a generare 1-2 mila euro a post come ci dice l’azienda di e-commerce Neon Marketing. Non tutti però nel web possono essere cosi fortunati da diventare un influencer, questo perché si deve far fronte all’odio che c’è su internet, odio che scaturisce anche in possibili episodi di cyberbullismo. Come ci dice il blog ufficiale dell’università Unicusano, il cyberbullismo non è altro che una molestia, ma con la differenza che essa viene perpetrata attraverso la rete. Per questo la si definisce anche come bullismo su internet.

Le fake news per creare consenso e terrore

Sulla rete ci sono poi anche ulteriori distorsioni come fake news e varie problematiche a generiche devianze. L’organizzazione Pro Juventute sostiene che le fake news sono notizie false che vengono diffuse deliberatamente, assomigliano alle notizie o ai report classici. Tuttavia, l’obiettivo degli autori non è quello di informare, bensì quello di manipolare l’opinione pubblica e scatenare paura e l’insicurezza. Mentre un altro rischio in cui si può incorrere sono le “social challenge” nelle quali si cerca di dimostrare a sé stessi e agli altri di essere coraggiosi in situazioni anche pericolose. La fondazione “Save the children” cita la Blue Whale challenge, capace di indurre una suggestione tale da portare i giovani partecipanti a compiere atti di autolesionismo, e in alcuni casi anche il suicidio.

Le organizzazioni nate dalla rete

Negli ultimi anni sul web, sono iniziate a nascere organizzazioni a sfondo sociale che cercano di preservare i diritti di determinate tematiche. Il “Black live matter” è uno dei movimenti nati sulla piattaforma che si batte contro la violenza esercitata sulle comunità nere dalle autorità pubbliche. L’associazione studentesca “Hikma” sostiene che affinché Black Lives Matter non diventi uno slogan vuoto, il cambiamento deve avvenire con l’impegno di tanti e non può limitarsi alle condivisioni sui social networks, ma deve invadere le strade, la politica e la coscienza sociale.

La dipendenza

Questi movimenti nascono e diventano virali grazie all’influenza che sta avendo internet negli ultimi anni. Infatti, come dice Gabriele Calderone, psicologo e psicoterapeuta, negli ultimi dodici mesi sono 248 milioni gli individui che, nel mondo, hanno iniziato a utilizzare il web, ancora meglio i social. Una parte di utenti ha sviluppato una forma di dipendenza per queste forme di comunicazione, dipendenza che prende il nome di “Internet Addiction Disorder”.

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